FILM

I piccoli maestri

-I PICCOLI MAESTRI-

REGISTA: Daniele Luchetti

CAST: Stefano Accorsi, Stefania Montorsi, Giorgio Pasotti, Diego Gianesini, Filippo Sandon, Marco Piras, Massimo Santlia

ANNO DI PRODUZIONE: 1998

GENERE: commedia

DURATA: 114'

PRODUZIONE: Cecchi Gori

DISTRIBUZIONE:?

Presentazione

"Giovinezza, ideali, rabbia..." sono i motori che spingono un gruppo di giovani partigiani ad inventarsi una resistenza dal fine virtuoso, ma fatta di imprese che spesso sfociano nel comico. E' un film che non sottovaluta la guerra ma la espone più attraverso i dialoghi, le espressioni degli attori rispetto ad ingombranti spargimenti di sangue. I Piccoli Maestri è una vicenda realistica, classificata come commedia perché regala molti sorrisi, ma, sicuramente, se ci si lascia avvicinare conduce ad attimi di smarrimento e riflessione.

Trama

"La guerra è finita e provo quasi vergogna nell'essere ancora vivo". Gigi confessa a Simonetta i propri rimpianti, mentre discendono un roccioso prato di montagna cercando il rifugio dove mesi prima il ragazzo si era nascosto per sfuggire ad un rastrellamento. I due rivelano la loro voglia di andare avanti nella consapevolezza che il tempo attenuerà i ricordi ed illudendosi che tanti spari uditi siano stati solo tuoni e che la guerra possa essere stata solo un temporale estivo.
Autunno 1943. Gigi, Lelio, Enrico e Bene sfruttando un astuto stratagemma riescono a partire in treno per l'altopiano di Asiago dove pensano di poter realizzare i propri sogni diventando partigiani, opponendosi all'avanzata nazista e creando una nuova Italia democratica. Pur raggiunti da altri compagni, non riescono a concretizzare i loro progetti. Infatti, il gruppo consiste in universitari ancora legati ai libri, pronti a citare Mazzini o elencare grandi ideali identificando i loro nemici in fascismo e retorica, ma non ancora abituati ad applicare le proprie conoscenze.
Il primo atto valoroso, al fine di ridistribuire la ricchezza, è il saccheggio di un caseificio. Altri piani ragionevoli sembrano prendere piede con l'arrivo di Dante: il primo che pensa alle armi e riesce a risolvere ogni problema.
La squadra di maestrini non è isolata; infatti è guidata dal comitato del gruppo di azione le cui riunioni mostrano uomini ignoranti, non troppo desiderosi di combattere, ma solamente stanchi delle limitazioni fasciste.
La seconda azione da partigiani dovrebbe essere il sequestro o esecuzione di un medico fascista, ma neanche questa volta si ottengono grandi risultati. La teoria vigente è: nel rapporto con un prigioniero non essere un prigioniero è uno schifoso vantaggio, ciò comporta atteggiamenti caritatevoli non poco fuori posto in uno scenario di battaglia.
I giorni passano lenti occupati con racconti di progetti per il dopoguerra o leggendo versi poetici. Improvvisamente la vera guerra li sveglia tramortendoli come una secchiata di acqua fredda: sono coinvolti in un rastrellamento. Il gruppo si separa per cercare rifugio nei cunicoli della montagna, ma non può salvarsi senza pagare un pegno con vite umane. Mentre seguiamo la disperata e vorticosa corsa di Gigi ci ritroviamo nel rifugio sotterraneo che apre il film; il ragazzo, con il dubbio sulla morte degli amici e confuso dalla freddezza e determinazione di una nuova squadra in cui è incappato, ricerca il proprio gruppo ritrovandolo proprio alla vigilia di un secondo rastrellamento più vittorioso per i partigiani del precedente.
Prendendo una pausa dalla guerriglia, tutti si ritrovano a casa del loro compagno che abita più vicino; qui si reintrecciano gli antichi amori e la delusione di Gigi per aver riperso Simonetta. Marietto si arruola come nuovo esponente del gruppo e a lui si dedica una lezione pratica sul tema dell'esecuzione. E', come sempre, una falsa esecuzione con il compito di spaventare, ancora una volta, medici fascisti. La lezione ha successo, ma l'operazione non altrettanto; si sa all'inizio era anche peggio, ora gli apprendisti sono diventati maestri in proprio e solo sbagliando sono riusciti a migliorare.
L'incontro con un soldato tedesco disertore, ma possibile spia, si rivela sfortunato; infatti, dopo un "regolare" processo non può che essere condannato a morte. Questo fatto rompe gli equilibri del gruppo, è la prima esecuzione a freddo: un trauma per tutti, ma soprattutto per Gigi che corre, piange, smarrisce momentaneamente la propria determinazione. Durante l'inverno, Gigi e Marietto con Simonetta scendono a Padova lasciando gli altri in montagna. In città si dovrebbero occupare degli ufficiali, ma al primo importante incarico Marietto è fatto prigioniero e Gigi sconvolto si rifugia da Simonetta. Unico lato positivo della vicenda è la risoluzione del sottofondo romantico, infatti, i due trovano il coraggio di dichiararsi o forse cercano solo conforto in una loro relazione.
Il giorno decisivo per la liberazione della città arriva dopo poco tempo, Enrico e Dante scendono a Padova per partecipare alla battaglia. I tedeschi si arrendono, arrivano gli alleati: la guerra è finita.
Il gruppo dei maestrini si è sciolto, sono sopravvissuti solo Dante, ripartito per il paese, Gigi e Marietto, scampato alle torture naziste. La guerra è conclusa e resta solo da chiedersi retoricamente:
"dopo giorni di gioia pura e vita vera ci saranno esperienze migliori?".

Personaggi

Gigi: è la figura principale del film. E' una studente di filosofia che parte con gli amici per diventare partigiano e realizzare il suo sogno di costruzione di un'Italia democratica. E' l'anima creativa e sensibile del gruppo, si dispera quando trova delle imperfezioni nel suo carattere.

Simonetta: è l'unica figura femminile, sempre presente nel film. Dall'apparenza forte, si dimostra indifesa al comportamento di Enrico: colui che si presenta come il suo ragazzo da sempre. Finalmente trova la sicurezza cercata e meritata nella relazione con Gigi.

Dante: è deciso e pratico, ma per questo non ha minori speranze degli altri.

Bene, Marietto e gli altri: sono quasi tutti universitari e ragazzi desiderosi di partecipare alla riconquista del loro Paese e di combattere come gli eroi che hanno studiato a scuola.

Giudizio

I Piccoli Maestri è un film che si sceglie inizialmente per interesse verso il tema della Resistenza, ma potrebbe essere visto come una qualsiasi commedia. Alla sua uscita era stato giudicato da alcuni giornali come:

  • "un film tenero e struggente" Max.
  • "Daniele Luchetti è un ottimo regista, curatissima la ricerca iconografica, bella la fotografia, pregevole la tecnica" CIAK.
  • "C'è molto umorismo, molta autoironia, si ride spesso" La Repubblica.
  • "Luchetti, guidato da un'ispirazione realista, è riuscito ad equilibrare la cronaca e il romanzo con vigore e calore" Il Tempo.
I protagonisti sono tutti universitari e nella realtà discostante dai loro libri si scoprono maldestri come albatri che camminano sul ponte di una nave. I piccoli maestri sono obbligati a cambiare, a imparare dalle esperienze e non dai racconti perché, la guerra non lascia tempo e spesso causa la morte di amici e compagni di battaglia. Non si può pretendere che la guerra non causi vittime e allo stesso tempo si è sconvolti, come Gigi, dall'esecuzioni che rendono assurde le proprie lotte. Combattere pacificamente per cercare di ottenere qualcosa che si crede giusto non è sempre possibile, ma non è neppure corretto pensare che la guerra possa risolvere i problemi o possa essere fatta per la pace: si combatte per ottenere potere, terra o anche rispetto e più libertà. A guerra finita occorre fare i conti con il passato; Luchetti nel suo film riesamina la storia, ne racconta una vicenda e ad un suo personaggio fa dire: "dopo aver fatto i conti con il passato occorre chiuderli." Malgrado queste parole e una pessimistica idea che il mondo esiste e non si può cambiare, continua a far combattere i propri personaggi contro delle istituzioni ingiuste, contro l'ipocrisia e contro la retorica. Quest'ultima consiste nelle tante regole sull'arte del parlare e dello scrivere, pur a fini di abbellimento, è sempre una restrizione e una gabbia per gli spiriti innovatori. Chi combatte come i piccoli maestri per cambiare l'Italia non può sottostare a nessuna regola prefissata o scegliere soluzioni banali.

Autore

Sara Cerana